Perché il Brutalismo è diventato trend topic?

Cinque edifici che forse non conoscete e cinque cose che non sapete riguardo questa corrente architettonica
Una scena tratta dal film The Brutalist

Il Brutalismo. Trend topic su TikTok, virale su Instagram, fiumi di parole si sprecano sui magazine internazionali e le riviste di settore. Ma perché direte voi?! Soprattutto grazie al rinnovato interesse derivato dal film, fresco di premio Oscar al miglior attore protagonista, The Brutalist che esplora il Brutalismo come fenomeno poliedrico, non solo corrente architettonica quindi, ma anche stile di vita.

Ma passiamo alla storia.

In principio dunque fu Le Corbusier con il suo beton brut, termine utilizzato per descrivere le proprie opere in cemento. Grezzo per l’appunto, incompiuto, non finito. 

Sono gli anni del dopoguerra, a cavallo tra i ’50 e i ’60, momento storico e culturale molto vivace. Il brutalismo nasce come una reazione all’architettura decorata e pulita degli anni precedenti. Gli edifici hanno un aspetto ieratico, senza fronzoli, sono utili e funzionali piuttosto che esteticamente belli. Sono spigolosi, monolitici e grezzi quasi sempre non pitturati, ma lasciati volutamente in cemento a testimoniare la loro rigida geometria. Tutt’oggi i palazzi brutalisti provocano una sensazione di straniamento in chi li guarda. Dividono, fanno riflettere su cosa sia realmente bellezza e arte e, proprio per questo, stanno riscuotendo sempre maggior successo anche tra le nuove generazioni.

E se tutti, ma proprio tutti conoscono l’iconica Torre Velasca – progettata dallo studio BBPR – che si staglia maestosa sui cieli di Milano, non è detto che abbiano mai visto opere altrettanto di impatto ma meno iconiche.

Restando in casa la città di Trieste ad esempio, ospita il santuario di Monte Grisa, progettato dall’architetto Romeo Andriolo. Con la sua struttura concepita per sembrare una nave è un esempio di come l’architettura Brutalista possa essere utilizzata anche per scopi religiosi portando un’influenza e un punto di vista nuovo e inusuale sul sacro.

Altro esempio di Brutalismo è Il SESC Pompeia, uno degli edifici più noti progetti dall’architetta italiana Lina Bo Bardi a San Paolo, Brasile. Un esempio straordinario di architettura moderna integrata con la vita sociale della città. Il SESC Pompeia ha una forte identità: è un maestoso monolite in cemento le cui superfici grezze sono sapientemente combinate con legno e vetro colorato a creare un contrasto affascinante.

Lo stesso contrasto visivo tipico dell’edificio brutalista per eccellenza: L’Unité d’Habitation de Marseille creata dal genio di Le Corbusier che rappresenta l’ideale di architettura tanto funzionale quanto estetico. Il cemento è il materiale dominante in netto contrasto con la luce naturale cui l’architetto ha dedicato un’enorme attenzione.

Ultimo must see d’oltralpe si trova a Londra; “Dimmi di più”: direte voi! “Eccovi serviti” diciamo noi. Stiamo parlando delle Barbican Towers, tre torri, parte del Barbican Estate, progettate dagli architetti Chamberlain, Powell and Bon. Un design audace e imponente che rappresenta un forte contrasto con il resto della città.

E nell’arredamento d’interni?

Forse non tutti sanno che Tadao Ando, archistar giapponese di chiaro sentiment Brutalista, ha firmato anche una serie di prodotti di interior design. Le caratteristiche? Un design monolitico e squadrato, e materiali quali pelle, abbinata ad acciao o legno.

Red glass' design vase in a brutalist intern made of concrete

Le stesse peculiarità che ritroviamo anche nei nostri prodotti:

  • Sedia Magnetika,
  • Sgabello Magnetik
  • Poltrona homecinema Magneto.

La seduta brutalista per eccellenza. Per veri intenditori.

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